• Spiritualità e Materia, 2012, installazione

Attilio Quintili, Spiritualità e Materia, 2012, argilla, contenitori in vetro, scaffale metallico, particolare dell’installazione.

Spiritualità e Materia, 2012, mostra collettiva ideata e realizzata da Attilio Quintili, curata da Andrea Baffoni negli spazi Museali dell'Ex fornace Grazia di Deruta.



copertina del libro di mostra 

Andrea Baffoni, Tratto dal libro di Mostra: Spiritualità e Materia, 2012

... Così l’argilla fresca, ancora umida e carica d’acqua, nella sua forma primaria, viene riposta da Attilio Quintili, ceramista di profonda esperienza, dentro barattoli di vetro, a loro volta posti su mensole di un moderno scaffale, un tempo usato nel supermercato per riporre prodotti di consumo. L’artigiano si è dunque trasformato in artista, abbandonando il richiamo alla tecnica e privilegiando l’aspetto concettuale del lavoro. Perché quindi un maestro della ceramica non realizza opere ceramiche? È lo spirito che si è sostituito alla materia e abbandona la tecnica per cercare la sostanza, tentando di squarciare il velo del tempo e penetrando nei misteri dell’essere. La terra al suo stadio primario, non lavorata, rappresenta l’inizio e la purezza, quando la materia non è stata ancora intaccata dall’uomo; il barattolo è lo spirito che la avvolge e contiene (per Quintili tutto è subordinato allo spirito). Spiritualità e Materia, questa volta il titolo dell’opera coincide con quello della mostra perché è proprio da qui che tutto ha inizio. I barattoli siamo noi, materia e spirito, e se Dio è sopra noi allora la stanza nella quale è collocata l’opera è Dio, e lo scaffale è ciò che sta tra noi e il cielo. L’umano e l’umanità, con i suoi interessi e con il suo consumismo; noi come tanti barattoli in un supermercato venduti al prezzo corrente di scambio, e la nostra fede mercificata come nelle bancarelle dei santuari. Quintili torna alla radice del proprio lavoro artigianale, alla terra vergine, e illumina la stanza con luce viola, intersezione di blu, spiritualità, e rosso, carnalità e sangue: il Padre e il Figlio uniti nello Spirito Santo. Non è più un semplice oggetto artistico il suo poiché, superando la fase artigianale, il ceramista si è immerso nella purezza comunicativa dell’arte trasformando la propria opera in preghiera. La sua parabola è giunta quindi ad una svolta: il “ceramista” è entrato nella “caverna”, e la propria ombra, proiettata nella parete di fondo, diviene metafora del buio che avvolge l’uomo semplice, chiamato a liberarsi per affrontare la “luce accecante” della verità. Come nel mito platonico narrato in La Repubblica (390-360 a.C.), l’opera conclusiva di Quintili, Ombra del ceramista, colloca l’artista al posto del “carcerato” che guarda le ombre, volutamente regredendo al livello più basso della percezione e abbandonando gli agi del mondo in superficie. La sfida è quella di tornare a vedere la luce, ma con gli occhi nuovi della rinascita. Così il viaggio espositivo ci ha riportati al punto di partenza: nell’antro della terra, nel luogo dei demoni, nel Regressus ad uterum, per affidare il senso di tutto ciò che abbiamo scoperto allo stesso mistero della creazione, e a quel rapporto tra spiritualità e materia che fa di noi “polvere di stelle” aggregata dal supremo “alito divino”. ...


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Spiritualità e Materia, 2012, installazione

  • Codice Prodotto: AQ0005
  • Disponibilità: 1
  • 8,000.00€


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